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domenica 28 settembre 2008

Addio


sabato 20 settembre 2008

Al lavoro!

Si riparte, la prossima settimana, con un altro call center...
15 giorni di corso e poi via con le cuffie in testa...
forza e coraggio....

martedì 9 settembre 2008

Chaos Magick ed eggregori.

Ne ho letto un po’ durante le ferie e mi sono divertita a scoprire parecchie cose, sul tema, ma una cosa mi ha divertita ed intrigata profondamente. Spero di riuscire a spiegarmi bene, perché ho compreso intuitivamente la questione ma razionalmente faccio ancora fatica a girarci attorno. Scrivo questo proprio per cercare di sondare il concetto, per cui abbiate pazienza se son lunga e mi ripeto…
L’idea di partenza è che ogni idea o creazione della mente umana che sia condivisa da un numero sufficiente di persone diventi una forma di pensiero dotata in qualche modo di vita, di consistenza. Se poi questo concetto riveste di particolare importanza nella vita delle persone, se è oggetto di credenze e fede, può portare effetti fisici concreti, come miracoli, per esempio. Il concetto è quello di eggregore, per capirci, e fin qui tutto bene.
E’ altresì possibile che sia una singola persona, con particolari doti di concentrazione e immaginazione, possa creare “fantasmi” della mente, forme pensiero talmente forti e ben organizzate da diventare persino visibili sul piano fisico da terzi, i tulpa, per prendere in prestito un termine di origine tibetana. Diversi autori, come Flaubert, Dickens ed il contemporaneo Alan Moore, tanto per dirne un paio, hanno raccontato di aver incontrato i propri personaggi, questo per dire che individui dotati di grande immaginazione e capaci di raccontare storie di forte impatto emotivo possono involontariamente creare forme-pensiero dotate di corporeità e percettibili anche da terzi. Mi sono dilettata, ed ancora mi diletto, con la scrittura e mi sono accorta come talvolta i personaggi prendano vita al punto da mettersi a scrivere praticamente per conto loro la storia: tu parti con l’intenzione di raccontare una storia d’amore e ti ritrovi tra le mani un giallo, oppure decidi di voler scrivere un horror e finisci imbarcata in una storia di tutt’altro genere, solo perché i personaggi sono talmente ben strutturati e organizzati da aver preso decisioni proprie, sulla base di preferenze e interessi e caratteristiche ed andare contro queste variazioni sul tema significherebbe snaturare il personaggio e procedere in maniera tale da rendere la storia irreale ed incongruente. La personalità dei personaggi talvolta è talmente robusta e palese che mi è addirittura capitato di accorgermi, leggendo, quando un autore ha violentato il personaggio facendogli compiere cose contrarie alla natura dello stesso, rendendo così la storia irreale e fasulla, con la conseguenza diretta di abbandonare la lettura… Ma mi è pure capitato l’impressionante incontro con persone che somigliavano fisicamente come gocce d’acqua ai personaggi che immaginavo, e che non avevo mai visto prima. Mi è successo un paio di volte di vedere una ragazza pressoché identica ad uno dei miei personaggi, ma non sono mai riuscita ad avvicinarla per capire se era vera, e quindi si trattava di una semplice coincidenza, o se era un parto della mia immaginazione, addirittura mi sono trovata a parlare con un’omonima, pur se fisicamente lontanissima, di una mia creazione, con caratteristiche personali simili al personaggio che stavo creando. Naturalmente ci sta tutto il fatto che la mente umana è predisposta a trovare coincidenze, ma queste erano decisamente rilevanti, visto che mi capitavano in coincidenza con il processo di scrittura di un racconto.Tuttavia mi ha incuriosito la conseguenza successiva di un discorso del genere, ovvero, posso creare un’entità soprannaturale, in grado di compiere atti magici sotto la mia guida ed in conformità alla mia volontà? Ebbene, pare proprio di sì. Devo dire che la cosa mi ha incuriosita moltissimo, e sto pensando di provare… anche se la cosa mi inquieta non poco!
C’è un’altra cosa che mi ha incuriosita, ed è sempre un postulato di questa teoria, cioè che un personaggio letterario può diventare una sorta di agente magico, da usare per specifici utilizzi. L’esempio che ho letto mi ha sbalordito, ma è stato convincente: un autore, tal Phil Hine, autore di Oven ready chaos, spiegando il suo imbarazzo nei confronti della tecnologia, ha deciso di affrontare la cosa invocando nientemeno che… Spock, l’ufficiale scientifico dell’Enterprise! La questione è la seguente: se Spock incarna la logica e la capacità di manipolare con successo la tecnologia, allora lo si può utilizzare tranquillamente come una sorta di avatar delle capacità in questione, al punto di veicolare attraverso di esso la conoscenza dei mezzi tecnologici, considerando oltretutto che moltissime persone lo riconoscono come tale e lo hanno pertanto “caricato“ di energia, di forza pensiero in tal senso… personalmente, con il mio background neopagano, avrei formulato un’invocazione a mercurio ed una a urano, rispettivamente dei della comunicazione e della manipolazione, ma in effetti… il mio ragionamento è di tipo mitopoietico: mi spiego meglio. Partiamo dall’idea che la creazione dei miti sia servita a strutturare il senso del divino per gli esseri umani di tutte le culture, che cioè le storie sugli dei abbiano in qualche misura creato gli dei, dando così una veste ad un senso del Divino, ad una percezione dello Spirito e del Sacro troppo lontana e astratta per potervi entrare in contatto, in modo da poter interagire, con preghiere, invocazioni e quant’altro, con il Divino stesso, allora anche nelle storie che leggiamo, che ci smuovono profondamente, sono celati volti del Divino… ergo, attraverso grandi personaggi letterari di profondo spessore e di grande intensità, posso raggiungere concetti e aspetti del Divino che altrimenti resterebbero fuori dal mio raggio di contatto. In più si aggiunge un altro ordine di considerazioni, che da wiccan mi hanno spesso fatto pensare: gli Dei così come noi li pensiamo, al giorno d’oggi, non contengono la completezza di significati che possedevano al tempo in cui le strade erano piene di credenti, perché chiaramente tantissime sfumature di significato si sono perse nel tempo e la cultura in cui queste sfumature si sono generate sono morte da secoli, per cui mi sono spesso chiesta fino a che punto noi moderni pagani entriamo realmente in contatto con gli dei che invochiamo e quanto siamo in grado di decodificare la loro influenza nelle nostre vite. Mentre se io invoco, come nell’esempio, Spok al posto di Mercurio per quanto riguarda le conoscenze scientifiche, sono totalmente in grado di decodificare tutte le sfumature di significato che gli sono attribuite, scremando persino quelle che non mi interessano, come la proverbiale incapacità del personaggio di comprendere le emozioni umane e la sua drammatica mancanza di umorismo… e di comprenderne l’influenza, molto maggiormente di quanto possa comprendere Mercurio, dio sì della comunicazione ma anche dell’imbroglio, per esempio. Naturalemte la chiave di tutto questo è la fede, o la fiducia, se vogliamo metterla in termini meno religiosi. Io devo CREDERE che quello che sto facendo funzionerà, che il modo che ho scelto per veicolare la richiesta, che l'idea che sto usando per creare la Magia funzioneranno, per bislacco che possa sembrare. Ed è questo, sostanzialmente, che fa funzionare la cosa. Mi pare un postulato ragionevole, in effetti...
Insomma, ci sto pensando e ripensando e trovo l’idea intrigante. Certo, non smuove di una virgola la mia fede negli Dei, per tante ragioni, ma mi mette nell’ordine di idee di ripensare agli attrezzi che uso nella pratica magica, e mi intriga l’idea di ampliarli in questa maniera. Certo, prima che passi all’azione, vista la mia natura bilancina, ci vorranno ancora un’infinità di riflessioni, ma mi diverte trovare nuovi stimoli e spunti, specie quando sono tanto corposi… ^____^

venerdì 5 settembre 2008

Il Manzoni dell’occultismo

Ovvero Aleister Crowley, la Bestia 666, Frater Perdurabo e tutti gli altri infiniti nomi con cui si è autodesignato negli anni. Per chi studia occultismo e magia è, secondo me, una lettura obbligatoria, come Manzoni o Dante a scuola, perché è stato uno degli occultisti più importanti della nostra epoca. Può anche non piacerti, ed io personalmente non lo apprezzo, ma tocca leggerlo e farsi un’idea di quello che ha detto e scritto, per comprendere che influenza ha avuto sull’esoterismo e sulla magia moderna, senza contare la sua influenza sulla cultura moderna, a cominciare dai Beatles che lo hanno messo sulla copertina di un loro disco, ad Alan Moore che lo ha infilato in quasi ogni pagina di Promethea. Sono anni che litigo con il pelatone, come amichevolmente lo chiama un mio amico, e quest’estate mi sono messa a leggerne, cercando di andare oltre alla mia personale antipatia per il personaggio.
Il fatto è che lo trovo umanamente imbarazzante, un megalomane insensato che non sapeva assolutamente amare, attratto da persone fragili che non riusciva ad apprezzare ed a comprendere e che sostanzialmente uscivano devastate dal rapporto con lui, che non riusciva ad entrare in intimità con le persone che lo amavano nemmeno per errore, pieno di sé fino all’impossibile, contraddittorio e misogino.
Non mi riconosco nel suo percorso, trovo che alcune cose che ha fatto e detto siano solo un modo per sfuggire alle sue ossessioni, come un’educazione oppressiva ed un condizionamento culturale devastante, ricordiamoci che si tratta di un borghese benestante e vittoriano, cresciuto da genitori legati ad una setta protestante di singolare bigottismo, sua madre copriva le gambe dei tavoli per non far venire pensieri osceni al figliolo ed è stata lei a dargli per prima il soprannome di Bestia dell’Apocalisse, non era pensabile che ne uscisse una persona equilibrata, da un’educazione del genere…
Ma bisogna riconoscergli alcune cose: una mente di prim’ordine, una cultura enciclopedica ed una sincera ricerca di risposte, che lo ha condotto su tutte le strade possibili immaginabili. La sua visione della magia ha influenzato tutti gli occultisti successivi, ha scritto letteralmente tonnellate di carta su qualunque argomento di carattere esoterico di cui sia venuto a conoscenza ed aveva effettivamente una visione d’insieme dell’esoterismo di notevole spessore.
Insomma tocca studiarselo e cercare di capirci qualcosa, anche se mi sta enormemente antipatico.

lunedì 1 settembre 2008

I consigli di Agenore

Tornata dalle ferie, senza dubbio troppo brevi, con un paio di storie da raccontare....
L'ha detto a tutti, lui, l'Agenore, di evitare il Chemin de la col superieur, al calar delle tenebre, perchè ci passano strane creature, ma nessuno lo ascolta.
Lui che ci abita, fa la guardia nell'orto a nord, per vedere che non gli portino via i fiori di zucca, silenzioso e tigrato, sa bene che dopo una certa ora passano bipedi bizzarri ed inquietanti, e che il povero Astolfo, albino e sordo come un campanaccio, non sente arrivare, e gli ha spiegato che era meglio non andare a guardare le luci, ma che dire, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire...
Astolfo quella sera è andato sul muretto a guardare le luci del porto di Mentone, dimentico della sua sordità e degli avvertimenti del suo avveduto cugino. Io ed il Magnifico ce lo siamo trovato davanti, un gattone bianco, con una lunga codona piumata, che guardava rapito le luci e non ci cagava di pezza, così mi sono avvicinata e gli ho sfiorato la coda... il povero micio si è alzato e girato in un unico movimento, mi ha guardato con l'espressione più sbalordita che ho mai visto sul muso di un gatto ed è schizzato via alla velocità della luce, pensando che il cugino Agenore aveva ragione da vendere...
Due sere dopo, riarrampicandoci su per la strada pedonale e scoscesa che ci riportava a casa, che costeggiava ben 2 cimiteri monumentali, abbiamo trovato un rospo, acquattato silenzioso e immobile su un muretto, sicuramente curioso di vedere gli unici, o quasi, bipedi che affrontavano a piedi la salita invece di prendere il trabiccolo a 4 ruote. Belial, credo, sicuramente è venuto a vedere se quella che saliva era davvero una strega capace di comparire dal nulla come diceva il povero, terrorizzatissimo Astolfo. Ovviamente ha capito che si trattava solo di due bipedi un pò sbronzi, ma assolutamente innocui.
Siamo tornati a Torino, finalmente, ma a Mentone ci saranno un paio di creature che ci ricorderanno a lungo...