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martedì 22 luglio 2008

Il giochino degli incipit

Vediamo quanti ne indovinate?
1 - Lontano, nei dimenticati spazi non segnati nelle carte geografiche dell'estremo limite della Spirale Ovest della Galassia, c'è un piccolo ed insignificante sole giallo.A orbitare intorno ad esso, alla distanza di centoquarantanove milioni di chilometri, c'è un piccolo, trascurabilissimo pianeta azzurro verde, le cui forme di vita, discendenti dalle scimmie, sono così incredibilmente primitive che credono ancora che gli orologi da polso digitali siano un'ottima invenzione.
2 - Nella regione rossa ed in parte della regione grigia dell'Oklahoma le ultime piogge erano state benigne, e non avevano lasciato profonde incisioni sulla faccia della terra, già tutta solcata di cicatrici. Gli aratri avevano cancellato le superficiali impronte dei rivoletti di scolo. Le ultime piogge avevano fatto rialzare la testa al granturco e stabilito colonie d'erbacce e d'ortiche sulle prode dei fossi, così che il grigio ed il rosso cupo cominciavano a scomparire sotto una coltre verdeggiante.
3 - Siamo arrivate con il vento di carnevale. Un vento tiepido per febbraio, carico degli odori caldi delle frittelle sfrigolanti, delle salsicce e delle cialde friabili e dolci cotte alla piastra proprio sul brodo della strada, con i coriandoli che scivolano simili a nevischio dai colletti e da polsini e finiscono sui marciapiedi come inutile antidoto contro l'inverno.
4 - Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com'è stata la mia famiglia schifa e che cosa facevano i miai genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quelle baggianate alla David Copperfield, ma a me non mi va proprio di parlarne. Primo, quella roba mi secca, e secondo ai miei genitori gli verrebbero un paio d'infarti per uno se dicessi qualcosa di roppo personale sul loro conto.
5 - Canto il sé, la semplice singola persona,Ma aggiungo anche la parola Democratico, la parola In-Massa.La fisiologia da capo a piedi, canto.Né la fisiologia né il cervello sono degno da soli della Musa, la Forma completa ne è di gran lunga più degna. Canto imparzialmente la Femmina insieme col Maschio.La vita immensa nella sua passione, impulso e forza,Gioiosamente, per un più libero agire sotto le leggi divine,L'uomo Moderno, io canto.
6 - Chiamatemi Ismaele. Qualche anno fa - non importa sapere con precisione quanti - avendo in tasca poco o punto denaro e, a terra, nulla che mi interessasse in modo particolare, pensai di andarmene un pò per mare, a vedere la parte del mondo coperta dalle acque. E' uno dei miei sistemi per scacciare la tristezza e regolare la circolazione del sangue.
7 - PARLA MORGANA: Ai miei tempi sono stata chiamata in molti modi: sorella, amante, sacerdotessa, maga, regina. Ora, in verità sono una maga e forse verrà un giorno in cui queste cose dovranno essere conosciute. Ma credo che saranno i Cristiani a narrare l'ultima storia. Il mondo della Magia si allontana sempre di più dal mondo dove regna Cristo. Non ho nulla contro di lui, ma solo contro i suoi preti che negano il potere della Grande Dea oppure l'avvolgono nella veste azzurra della Signora di Nazareth e affermano che era vergine. Ma che cosa può saperne una vergine delle sofferenze dell'umanità.
8 - In una caverna sotto terra viveva un Hobbit. Non era una caverna brutta, sporca, umida, piena di resti di vermi e di trasudo fetido, e neanche una caverna arida, spoglia, sabbiosa, con dentro niente per sedersi o da mangiare: era una caverna hobbit, cioè comodissima.
9 - Lettera 1 Cècile Volanges a Sophie Carnayal collegio delle orsoline di...Cara amica, come vedi mantengo la parola: le cuffie e i pompons non occupano tutto il mio tempo: per te ne rimarrà sempre. Eppure ho veduto più abiti nella giornata di oggi che nei quattro anni che abbiamo trascorso insieme: e credo che la superbiosa Tanville - che manderò a chiamare la prima volta che verrò in visita - proverà alla mia vista più rabbia di quella che ha creduto di farne a noi tutte le volte che è venuta a trovarci in fiocchi.
10 - Il lampo di luce proiettò la sagoma dell'impiccato sulla parete. Penzolava immobile da una lampada al centro del salone e man mano che il fotografo gli si muoveva attorno, facendo scattare l'otturatore, l'ombra provocata dal flash si delineava via via su quadri, vetrine piene di porcellane, scaffali coperti di libri e tende aperte su grandi finestre, dietro le quali cadeva la pioggia.